Insieme Strumentale di Roma, Tomaso Albinoni sinfonie e concerti op. 2 (Stradivarius, 2006)

Continuano i suggerimenti di ascolti classici qui in Engadina: ammetto di avere preso particolarmente gusto in questa esplorazione di un territorio per me ancora piuttosto nuovo, nei confronti del quale ho ancora molto da apprendere.

Non mancano ottimi maestri dai quali volentieri mi lascio accompagnare e consigliare, tra i quali l'ottimo Massimo, un blogger che seguo da molti anni (il suo blog ha da poco compiuto 7 anni, ed e' quindi coetaneo di Engadina Calling), che recentemente segnalava proprio questo volume di sinfonie e concerti di Tomaso Albinoni, compositore veneziano del periodo barocco. Con grande competenza: rimando al suo post per un commento critico all'ascolto (e lo ringrazio di cuore per la segnalazione).

Da parte mia, come ho gia' osservato in passato parlando qui di lavori di Bach e soprattutto di Biber, la modernita' della musica barocca mi sa sempre stupire. E mi generano sorpresa le emozioni purissime che suscita, come se sapesse portare in superficie naturalmente la parte piu' autentica e incontaminata del nostro essere. Un livello di sentire che spesso dimentichiamo di possedere.

Uno stato armonico che proviene da dentro di noi e si proietta tutt'attorno, facendoci percepire il mondo interiore e quello esteriore con straordinaria limpidezza. Lo stesso effetto che fanno una passeggiata nel silenzio della montagna, o una navigazione a vela in mezzo al mare, ma senza bisogno di muoverci dal nostro soggiorno.

Per darvi una dimostrazione di quello che intendo, se trovate un po' di tempo questo fine settimana suggerisco di ascoltare insieme questa magnifica Sonata a Cinque in C Major Op. 2 No. 2.

Commenti

arte ha detto…
La sonata a cinque ĆØ una delle cose piĆ¹ belle che abbia mai ascoltato. Non la conoscevo. Pensa che moltissime cose di Albinoni sono rimaste sotto le macerie del bombardamento di Dresda. ChissĆ  che un giorno da qualche scatola da scarpe o dall'imbottitura di qualche divano non risalti fuori qualcosa di suo...
arte ha detto…
Volevo anche dire che c'ĆØ un'italianitĆ  assoluta nella musica di Albinoni che mi riconcilia profondamente con la sensibilitĆ  melodica del mio paese, aldilĆ  di ogni retorica.
Fabio ha detto…
Nessuna retorica, ti capisco benissimo Arte.

Quest'estate andro' in vacanza nelle colline toscane, che e' un cortocircuito culturale notevole, perche' non so piu' se per me sono ancora le colline toscane come le conoscevo, o se sono ormai diventate le Tuscan hills sognate da ogni londinese.

E' fondamentale lasciare l'Italia, per capire cos'e' l'italianita' che il mondo ci invidia. A volte mi sembra che loro l'abbiano capito, mentre sia un concetto che sfugge a tanti italiani che sognano di trovare all'estero chissa' che cosa (e intanto non si muovono dalla propria citta', adducendo scuse per giustificarsi con se stessi: il bambino, il lavoro, la fidanzata, come se bambino/ lavoro/ fidanzata si autodistruggessero alle frontiere).

Il recupero della musica medioevale e rinascimentale del nostro Paese passa per gli stessi percorsi. La sto conoscendo e apprezzando grazie ai programmi della BBC.

Sai anche cosa pensavo? Che per me questa e' la vera musica leggera. Leggera, perche' ne so ancora poco, e la *sento*, in modo immediato.

Come nel 1979 sentivo la musica rock, per darti un'idea. Fino a un minuto prima che un amico di amici mi mostrasse una rivista chiamata Rockerilla, mettendo in moto un processo di conoscenza mediata che e' quello che ispira il mio ascolto attuale della musica rock.

Sono contento di condividere questa profonda leggerezza insieme a te.

E' un'esperienza bellissima.
Anonimo ha detto…
Be', grazie mille per la sviolinata, che ricambio — e che vale doppio — visto che "voi" di Radiopop siete stati (e lo siete ancora) parte della mia (pur limitata) formazione musicale. Non fidarti troppo dei miei post, comunque: spesso mi lancio in interpretazioni molto personali. Anch'io sono stato fulminato dalla musica barocca, forse - almeno sotto uno dei tanti suoi aspetti - per quel misto di austeritĆ  e vitalitĆ  che la caratterizza, ovvero un modo di comporre non banale, ma inserito all'intero di un impianto molto schematizzato, un quadro piuttosto noto all'ascoltatore, tale che basta una variazione minima per provocare sorpresa o renderne interessanti i pattern musicali (in questo senso mi ricorda in un certo modo la musica di Glass). Ma questo ĆØ solo un aspetto, forse il minore. A proposito di musica antica: ho ancora delle cassette registrate da RP a metĆ  anni '80, con dei madrigali molto belli (Agostino Steffani, Tarquinio Merula, etc., praticamente introvabili su cd). Hai idea di chi fossero quegli illuminati conduttori (erano in due, mi pare)? (non credo si trattasse di Ricordi, ma forse mi sbaglio). Massimo
Fabio ha detto…
Non saprei proprio (avrei detto un giovane Ricordi), magari la prossima volta che vedo in redazione qualche conduttore storico chiedo a loro. Puo' essere che gli altri conduttori di Prospettive Musicali, che ogni tanto passano di qui, frequentando la radio da piu' tempo si possano ricordare di chi si trattava.

Quello che indichi, della musica barocca e' l'aspetto che preferisco. E si', sono molto d'accordo rispetto al paragone con Philip Glass.

La musica barocca ha un nome che non le fa completamente giustizia. Fa pensare a qualcosa di eccessivamente ornato, come il barocco in architettura. Fatto che puo' allontanare alcuni ascoltatori.

Non e' cosi'. Come indichi, il barocco in musica e' quasi il precursore del minimalismo, essendo caratterizzato da strutture armoniche abbastanza elementari e da un gusto per la re-iterazione e le micro-variazioni che non appartiene ad altre musiche classiche.

Le interpretazioni personali sono cio' che rende i nostri blog quelli che sono: annotazioni di emozioni, anziche' sfoggi di cultura.

Suggerimenti, che chi e' interessato puo' approfondire grazie alle ricche fonti presenti in rete.