Kazuo Ishiguro, Notturni (Einaudi, 2009)

Per consolarmi del fatto di non essere ancora riuscito a vedere al cinema Never let me go, durante il mio ultimo ritorno in Italia ho comperato e letto questa raccolta di racconti di Ishiguro, sottotitolata Cinque storie di musica e crepuscolo, trovandola solo in parte riuscita.

Direi che tre racconti sono piuttosto buoni, e due abbastanza trascurabili. Almeno per i miei gusti di lettore. Quelli che mi sono piaciuti sono il primo, il terzo e l'ultimo.

Il primo, intitolato Crooner, racconta, la malinconica storia di un cantante decaduto, che cerca di salvare il proprio matrimonio che volge al tramonto, esattamente come la sua carriera.

Il terzo, intitolato Malvern Hills, e' un'altrettanto crepuscolare storia di una crisi coniugale, ambientata su colline alle quali sono molto legato (molti anni fa frequentai una scuola proprio nelle Malvern Hills, e sto pensando di tornare da quelle parti quest'estate, anche per rivisitare l'abazia di Worcester dopo tutto questo tempo).

Il quinto, che e' forse il piu' toccante, intitolato Violoncellisti, racconta l'amore platonico tra un violoncellista dell'Est Europa e una ricca signora americana, che si finge musicista virtuosa per uscire dalla sua solitudine. Bello il finale, del quale ovviamente non vi dico nulla.

Quelli meno interessanti, il secondo e il quarto, sono anche i piu' surreali, fino al punto di risultare completamente incredibili, mettendo in discussione la qualita' complessiva di questa raccolta a fasi alterne.

Questo trailer animato del libro ha una musica che mi piace molto, malinconica proprio come l'atmosfera della raccolta (anche se non ho la piu' pallida idea di chi l'abbia composta e la suoni).

Commenti

ecudiélle ha detto…
ti è scivolata venezia tra le dita
Fabio ha detto…
Citta' presente nel primo e forse anche nel quinto racconto (l'atmosfera e' di fatto la stessa).
gio ha detto…
Completamente d'accordo sulle tue osservazioni (per altro già condivise), tranne che su quanto dici riguardo il primo racconto, Crooner.
Non ho colto, in quello che fa il cantante decadente, il tentativo di salvare il suo matrimonio al tramonto. Semmai un modo plateale e romantico di scrivere la parola "fine", quando di questa fine sono già ampiamente consapevoli sia lui che la fascinosa consorte. E sono, anzi, già oltre questa fine.

...Peccato per quello scarpone maleodorante in pentola...Il buon Ishiguro ce lo poteva risparmiare ;)
Fabio ha detto…
Effettivamente il tono di quel racconto e' quello della rassegnazione, di un'accettazione della decadenza, piu' che un tentativo convinto di salvare la situazione - grazie per avermelo fatto notare.
alessandro ha detto…
Per combinazione, ho ricevuto ieri questo dall'rss del blog di Jonathan Coe:

Less than two weeks now before the opening night of Bridport’s very own film festival. The opening gala, on Wednesday 13 April, will be a screening of Mark Romanek’s fine version of Never Let Me Go, preceded by an onstage conversation between Kazuo Ishiguro and myself. I will be at the festival on Wednesday, Thursday and Friday, introducing some of the screenings and welcoming other special guests such as Nicholas Mosley, Bill Forsyth and Emma Richler. The extremely rare screening of Forsyth’s wonderful adaptation of Marilynne Robinson’s novel Housekeeping is not to be missed.
As part of the run-up to the festival, I’ve written up some of my thoughts about the relationship between film and the novel in this article for The Guardian (per leggere l'articolo clicca sul mittente di questo commento).
Fabio ha detto…
Non e' dietro l'angolo, ma se quella sera non dovessi lavorare sarei andato molto volentieri nel Dorset a sentire la conversazione.

Interessante anche l'articolo, con dotte citazioni della conversazione tra Hitchcock e Truffaut, gia' menzionata piu' volte qui.

Grazie davvero per la segnalazione.