Harmonia mundi

Gli uomini accumulano conoscenze, ma io penso che il traguardo ultimo sia poter ascoltare il suono della valle e contemplare il colore della montagna. Insomma, non preoccuparsi degli uomini, ma della luna, degli alberi, dare ascolto alla voce dell'intero universo.

(Kodo Sawaki Roshi)


Tre dischi, oltre due ore di musica, eppure la prima cosa che colpisce di Have one on me e' la leggerezza. La grazia, che informa tutta l'opera e rende ognuna delle 18 nuove canzoni della poetessa e arpista californiana Joanna Newsom un piccolo miracolo di perfezione.

Have one on me rappresenta l'antitesi di Ys: dove quello indulgeva nella complessita' degli arrangiamenti orchestrali barocchi di Van Dyke Parks, questo e' un capolavoro di rarefatta essenzialita' e raffinatissimo senso della misura. E' proprio grazie alla maggiore parsimonia strumentale che i particolari decorativi emergono con trasparente nitidezza.

Lavoro concepito per essere suonato su un vecchio giradischi collegato ad un amplificatore valvolare (non vedo l'ora di ascoltarlo sul piatto Sansui del 1973 perfettamente funzionante che grazia la mia ex-cameretta, la prima volta che tornero' in Italia), pre-moderno e contemporaneamente proveniente da un futuro lontanissimo, Have one on me e', fino a oggi, l'opera d'arte fondamentale del ventunesimo secolo, non importa di quale linguaggio artistico stiamo parlando. Joanna Newsom coglie elementi diversissimi tra di loro (American folk music, ballate celtiche, la sacra triade Joni Mitchell/ Karen Dalton/ Linda Perhacs, musica da camera europea, Kate Bush e altro ancora) e li interpreta con un'originalita' che nasce da una sensibilita' assolutamente unica.

La sua voce, pura come il suono di una sorgente ascoltato sdraiati su un prato di montagna, galleggia con naturalezza infinita sugli arrangiamenti di immensa classe pensati per lei dall'ottimo Ryan Francesconi, capobanda del gruppo che abbiamo sentito un paio di anni fa accompagnare Joanna qui al Barbican, emettendo bagliori di luce abbagliante.

Tutto, in Have one on me, e' armonia e equilibrio che risuonano negli strati piu' profondi dell'anima. Musica che e' sempre esistita da qualche parte, e ci trascendera', musica che commuovera' uomini e donne sensibili ancora tra cinquecento anni.

In questa capacita' di scoprire l'armonia che e' dentro di noi, ma di farcela ascoltare come fosse la prima volta, risiede la grandezza della piu' profonda e importante artista vivente.

A un certo punto di Good intentions paving company Joanna canta Stars are just beginning to appear, and I have never, in my life, before been here.

C'e' da crederle. Ci sono magnifici luoghi nei quali solo la musica ci puo' trasportare e dove percepiamo unita' e bellezza assolute. E' per fare esperienze come queste, forse, che siamo qui.

Nel silenzio della notte ascolto ancora una volta Have one on me, commosso e incredulo.

Commenti

Unknown ha detto…
io la trovo noiosa..:(
Anonimo ha detto…
a me piace, ma consiglierei di ascoltare Illuminations di Buffy St.Marie e Farewell Aldebaran du Judy Henske. Centrano, "ma anche" no.

e sono belli, bellissimi anzi di piĆ¹.

the folkish visionary heart of JC
Anonimo ha detto…
La differenza tra te e me, Fabio, ĆØ che io sono innamorato solo di lei e tu anche della sua musica. E non provare a negare la mia affermazione.
Seriamente, sul lato musicale la mia posizione oscilla tra la tua e quella di Myriamba, secondo le canzoni. Ecco, mi spingo a dire che la nostra JN mi piace se la prendo "una canzone alla volta". Per te, ĆØ sin troppo evidente, l'effetto sistema ĆØ prevalente.
Nicola
Fabio ha detto…
Myriamba -

Io non mi stancherei mai di ascoltarla, invece.

JC -

A casa Callahan/ Newsom ho l'impressione che i dischi che giustamente citi non se li siano fatti mancare. La grandezza di Joanna risiede secondo me nella sua capacita' di amalgamare e interpretare, inventandosi un mondo che e' alla fine suo e solo suo.

L'abbiamo detto tante volte JC: gli unici progressi musicali che appaiono ancora possibili usando la sintassi musicale come la conosciamo risiedono nella combinazione e nell'interpretazione individuale dell'esistente. In quello spazio si muove, con grazia, la nostra Joanna.

Nicola -

L'unica volta che mi sono trovato in una stanza con Joanna (era un aftershow, nel retropalco della Royal Festival Hall), credo di averlo gia' raccontato, ho parlato con tutti tranne che con lei. Vedendola in quel contesto mi sono fatto l'idea che appartenga a una tipologia umana che mi terrorizza, quella di chi ti sa vedere attraverso.

Tutta la mia stima a Bill Callahan, uomo assai piu' coraggioso di me.
artemisia ha detto…
Si puĆ² dire che la foto ĆØ meravigliosa?
Anonimo ha detto…
mi chiedo come tu sia riuscito a condensare e distillare le parole al fine di giungere ad una "credibile" recensione, o almeno ad un ragionamento in proposito.
e sono anche stupito della disinvoltura con la quale usi l'espressione piĆ¹ profonda e importante artista vivente.
quello che sono riuscito a fare io ĆØ restare basito e sentire l'inequivocabile sentore di capolavoro.
ogni ascolta mi complica la vita e mi lascia incapace di sintesi. ti invidio perchƩ tu ci sei riuscito, e assai bene.
a volte penso che essere la compagna di Callahan basterebbe (a me) per una sempiterna simpatia, ma qui siamo andati decisamente oltre.

applausi a tutti e due (tu e lei)
Anonimo ha detto…
mi chiedo come tu sia riuscito a condensare e distillare le parole al fine di giungere ad una "credibile" recensione, o almeno ad un ragionamento in proposito.
e sono anche stupito della disinvoltura con la quale usi l'espressione piĆ¹ profonda e importante artista vivente.
quello che sono riuscito a fare io ĆØ restare basito e sentire l'inequivocabile sentore di capolavoro.
ogni ascolto mi complica la vita e mi lascia incapace di sintesi. ti invidio perchƩ tu ci sei riuscito, e assai bene.
a volte penso che essere la compagna di Callahan basterebbe (a me) per una sempiterna simpatia, ma qui siamo andati decisamente oltre.

applausi a tutti e due (tu e lei)
Fabio ha detto…
Arte -

Si puo' dire, si puo' dire...

Borguez -

Si', e' vero, sono stato un po' disinvolto, spinto dall'emozione dell'ascolto.

E', certamente per me, insieme a Antony Hegarty la piu' originale artista uscita nel ventunesimo secolo: rimediamo cosi' all'eccesso di disinvoltura.

Le parole del post sono uscite di getto, senza pensare troppo, limitandomi a usare la tastiera davanti a me come traduttore istantaneo di emozioni.

In certi momenti della vita, se pensi, sei finito.
Unknown ha detto…
"la piu' originale artista uscita nel ventunesimo secolo"?
Fabio, forse qui sei stato un po' eccessivo...ma so che sei sempre stato appassionato dei lavori della Newsom, quindi capisco la tua affermazione se la relativizzi ai tuoi gusti.

io con la newsom ci ho provato (voglio dire musicalmente)..mi sono pure impegnata, ma non ce la faccio...mi dispiace non riesco ad entrare nel suo mondo: troppo effeminato e profumato. La voce stridula, arpista di rispetto ma non la migliore arpista del mondo.
Nel mondo di Bill Callahan ci son entrata e come, molto piu' intimista e oscuro, piu' vicino ai miei gusti. Le doti compositive di Billa Callahan sono di certo superiori a quelli di Joanna Newsom e non ha bisogno di un arpa per dimostrarlo.

E per la serie Novella 2000:
Ma Bill e Johanna non si sono lasciati da tempo? E Fabio, scommetto che e' Joanna che ha fatto il primo passo verso Bill e non viceversa.
Comunque capisco, quando mi sono ritrovata faccia a faccia con Marc Ribot ho avuto la stessa reazione ..bless!!
Andrea ha detto…
avevo letto su qualche rivista che uno degli ultimi dischi degli U2 era stato concepito con delle frequenze che andassero bene per qualsiasi scenario: in macchina, sull'ipod, sullo stereo etc..

in effetti, sono sicuro che con un certo stato mentale, e in una certa situazione anche fisica, la newsom puo' fare accapponare la pelle, o trasportarti in luoghi fascinoni e non "terrestri" (come disse qualcuno a un concerto "close your eyes... i'll see you on the other side")

questo puo' ovviamente essere l'espressione solo di un genio. Io la direi come myriam, ma mi sembra riduttivo: quindi preferisco pensare che non sono ancora mai riuscito a trovarmi dall' "altra parte" con la newsom
Fabio ha detto…
Myriamba -

La voce di Joanna Newsom poteva suonare un po' stridula ai tempi di The milk-eyed mender, ma direi che di stridulo non e' rimasto piu' nulla.

Non sara' la migliore arpista al mondo, ma nemmeno Bonnie Prince Billy e' il migliore chitarrista, Antony il migliore pianista, ecc. Non sto parlando di virtuosismo, altrimenti Engadina Calling passerebbe il suo tempo a lodare Joe Satriani e Keith Jarrett, il che non mi pare accada, no?

Andrea -

Sono sicuro che gli U2 guardano con un occhio di riguardo anche chi ascolta la musica sul telefonino: mai dimenticare settori di mercato, quando l'unica ragione per la quale si produce stancamente un'altra inutile boiata e' quella di vederne l'effetto sull'estratto conto.
Unknown ha detto…
non so Fabio, ho l'impressione che se Joanna fosse grassa e brutta e avesse una semplice chitarra al posto dell'arpa e non giocasse troppo a fara la voce (per me) riluttante della ragazzina vergine venderebbe il 10% dei suoi dischi e non ne staremo qui a dibattere. Tutto li. Ma con dei "se", come dicono i francesi, "si potrebbe mettere Parigi in bottiglia". Per me e' molta immagine e molta poca sostanza e inoltre tocca delle corde sbagliate del mio mondo. Amen. Meno male che ci sono persone a cui piace.
frantola ha detto…
mah.. magari non direi che ĆØ la migliore artista del 21 secolo..
ma a me piace molto.

inoltre mi permetto di rispondere a Miryamba: Certo che se fosse brutta e grassa non sarebbe la stessa cosa.
stiamo parlando di Rock'n'roll mica di un trattato di matematica.
Qui il personaggio, i gesti, i simboli, contano moltissimo.
le suggestioni sono capaci di trasportare, la logica meglio lasciarla da parte.
L'arpa e quella incredibile faccia angelica compongono un quadro molto affascinante; al limite del credibile, quasi disneyano.
non penso avrebbe senso prescindere da questa immagine.
Tu te li immagini i Jesus Lizard senza quel matto di David Yaw che si spoglia sul palco?
Anche se fosse la stessa musica, senza quei gesti non sarebbe la stessa roba.
che poi ĆØ il motivo per cui sentire un concerto dal vivo non ĆØ come sentire un disco.
almeno per certi gruppi.
ĆØ un po' come l'action painting...
:-)
Unknown ha detto…
damn! ma mi compari i Jesus Lizard con la Newsom?...vabbe non c'e' piu religione. I miei poveri Jesus Lizard. Vado a piangere.
Fabio ha detto…
Myriamba -

Ti sei data da sola la risposta: "tocca delle corde sbagliate del mio mondo".

Frantola -

Condivido quello che dici, ma fino a un certo punto, che e' quello della dimensione dal vivo.

Poi c'e' la fruizione domestica della musica, e in quella dimensione a me sembra che la "sovrastruttura" perda un po' importanza.

E infatti i Jesus Lizard sono stati una fantastica esperienza live, piu' che un gruppo del quale mi viene voglia di ascoltare i dischi a casa (o quando me ne vado in giro).

"ĆØ il motivo per cui sentire un concerto dal vivo non ĆØ come sentire un disco" per ripetere quello che hai scritto tu.

E vero anche che Joanna Newsom non sara' la piu' grande artista del ventunesimo secolo, come mi sono spinto disinvoltamente a scrivere sull'onda dell'entusiasmo. Pero' i suoi dischi credo rimarranno nel tempo, su questo sono pronto a scommettere. Perche' sono in qualche modo sia originali che classici, e non appartengono a un'epoca precisa (pensa anche a Antony, l'unico altro artista di adesso per il quale si puo' fare lo stesso discorso senza troppo timore di sbagliare).
Andrea ha detto…
una donna che ti consiglia di non ascoltare la "gatta morta" newsom e' come un uomo che ti consiglia di non ascoltare il "furbetto" james blunt
Fabio ha detto…
Gatta morta fino a un certo punto. Hai letto l'Invisible Jukebox di questo mese? Ha un linguaggio che farebbe arrossire uno degli Oasis la nostra Joanna...