Gun club

Secondo Conflitti Dimenticati, nel mondo ci sono attualmente venti aree di crisi, che stanno vivendo o hanno recentemente vissuto conflitti armati. Di queste, ben sette sono in quell'Africa che qui a Engadina Calling citiamo spesso per celebrarne il magnifico patrimonio musicale.

Algeria, Burundi, Uganda, Rwanda, Liberia, Congo e Sudan sono insanguinati da guerre. E come scrive Emergency sul suo sito, nei conflitti contemporanei 90% delle vittime sono civili.

Questo esaustivo articolo, al quale sono arrivato dal sempre ottimo sito Peacelink, prende l'avvio dal dramma del Darfur per raccontare la diffusione di armi (Kalashnikov per lo piu') nelle mani sia delle milizie filo-governative cosi' come dei ribelli. Lo consiglio come lettura domenicale, se siete interessati: parte dalle conseguenze della fine della guerra fredda (tema attuale quindi considerando il ventennale dal crollo del muro di Berlino) e racconta come la smobilitazione prima, e il successivo ammodernamento poi, degli arsenali bellici della NATO e del Patto di Varsavia, generano una costante collocazione sul mercato di enormi stock di armi che vengono vendute ad entrambe le fazioni in guerra.

Il film del quale ho riportato qui sopra il manifesto, mostra assai realisticamente le conseguenze del traffico di armi sulla vita delle popolazioni civili. Protagonista e' una squadra di ragazzini che viene dotata di una combinazione altamente tossica di Kalashnikov, pasticche, alcol, propaganda. E' un film di una durezza insopportabile, ma credo vada visto per capire. Una specie di City of God africano, interpretato da ragazzini che sono stati veri protagonisti dei fatti narrati.

I lettori di Londra lo possono trovare al Curzon Soho.

Commenti

Anonimo ha detto…
ti ringrazio della segnalazione!
ti ringrazio (sovente) delle segnalazioni!
mi metto alla ricerca di questo film!
grazie
Fabio ha detto…
Grazie a te per il feedback Borguez.

Il film venne presentato al Festival di Cannes e poi al London Film Festival oltre un anno fa, e ho visto che venne distribuito in Italia subito dopo. Non so con quale successo di pubblico: i media italiani nel complesso mi sembrano assai piu' attenti ai dettagli boccacceschi delle vicende di Papi e M'arrazzo che a informare su questioni di una qualche rilevanza geopolitica (con eccezioni naturalmente, che tu e io conosciamo e seguiamo).

Questo per dire che le videoteche dovrebbero averne qualche copia, se sanno ancora dove l'hanno messa.
Anonimo ha detto…
...ottima segnalazione carissimo Fabio!!...Come sempre!!

E visto che hai dato la "dritta" ai lettori di Londra, e dato che certi film documento, utili, anzi necessari, ĆØ sempre piĆ¹ difficile reperirli, io, col tuo permesso, aggiungo che ĆØ disponibile anche a Roma, a San Lorenzo, in via degli Equi, da VIDEOBUCO, ormai sto(r)ica videoteca "resistente"...Resistente anche a Blockbuster!!

Un saluto dalla Resistenza Romana.

Costantino
Fabio ha detto…
Augurandoci tutti quanti che abbiano la versione originale sottotitolata. Non riesco proprio a immaginare un film come questo doppiato in italiano.

Sara' che ci ho fatto l'abitudine a essere resistente in tutto quello che compro da ascoltare, vedere, leggere, mangiare, ma questa dimensione di resistenza e' l'unica che mi fa stare davvero bene. Belle persone sono quelle che si incontrano resistendo.

Siamo i ribelli della montagna.