If you love somebody

Ci sono film davvero speciali, che ancora prima di vedere, per quel poco che ne hai letto, senti gia' tuoi. Ti avvicini al cinema con un'emozione particolare, sai gia' che si sta per verificare un piccolo ma memorabile evento. Wendy & Lucy e' uno di questi. L'ho conosciuto grazie a questa intervista con la magnifica Kelly Reichardt, che diresse Old joy, il mio film preferito del 2007.

Wendy & Lucy e' stato girato in 20 giorni, con un budget microscopico e un numero di attori che credo non arrivi a 10, proprio come Old Joy. Dalla prima scena, quella con i treni merci che vanno e vengono dal nulla e dentro il nulla, fino ai titoli di coda su musica di Will Oldham, Wendy & Lucy e' un capolavoro assoluto, uno dei miei film preferiti degli ultimi anni. Il mio amico Marco puo' testimoniare che quando sono uscito dal cinema parlavo a fatica, e il nodo alla gola e' durato per molto molto tempo dopo il film.

Come dice Kelly Reichardt nell'intervista linkata qui sopra, e' un film sulla poverta': sulla mancanza di reti di protezione sociale, sulla fragilita', sull'insicurezza. Ispirato dall'America di Steinbeck, dal neorealismo italiano (e da quello contemporaneo dei fratelli Dardenne), dal cinema tedesco degli anni '70.

Wendy la incontriamo mentre con il suo amato cane Lucy cerca di attraversare l'America, dall'Indiana all'Alaska dove spera di trovare un lavoro per l'estate. Arrivata in una sonnacchiosa cittadina dell'Oregon che sembra uscire da un libro di Denis Johnson, la sua vecchia e scassata macchina non ne vuole sapere di ripartire. Per Wendy, che segna ogni spesa sul suo taccuino, attenta a economizzare su tutto, si prospetta un significativo esborso imprevisto.

Le crocchette di Lucy stanno finendo, i soldi sono pochi. E allora Wendy pensa bene di entrare in un piccolo supermercato per procurare qualche scatoletta a Lucy. Ma viene colta sul fatto da uno zelante commesso (If a person can't afford dog food, then they shouldn't have a dog), che chiama la polizia. Wendy finisce per qualche ora in guardina, e quello che capitera' nel frattempo a Lucy lo saprete vedendo il film.

E' un film sulla poverta', certo, ma e' soprattutto una magnifica e davvero minima storia d'amore, che vi commuovera' fino alle lacrime. Michelle Williams (che ricorderete in Brokeback Mountain) e' assolutamente credibile, bravissima, proprio come Will Oldham in Old joy (non a caso Oldham mi ha raccontato che girando quel film era entrato cosi' tanto nella parte da non riuscire piu' a seguire le istruzioni che gli dava Kelly). Strepitosa anche l'interpretazione di Wally Dalton, che interpreta il ruolo di un pensionato che si occupa della security di un desolato parcheggio davanti a un Wal-Mart, che si fara' in quattro per aiutare Wendy.

Ed e' un film sulla solitudine che ti prende in certi momenti, quando tutto sembra perduto e tutti lontani, presi dalle loro occupazioni. Ma anche sulla capacita' di superarli quei momenti, con senso di responsabilita' che porta a volte a soffrire terribilmente pur di garantire un futuro migliore a coloro ai quali vogliamo bene.

Film dell'anno, ancora una volta, e Kelly Reichardt e' la regista indipendente che attualmente preferisco.

[E Domenica pomeriggio alle 14,30, all'interno di Patchanka su Popolare Network, chi fosse interessato potra' ascoltare la mia conversazione con Will Oldham, e l'anteprima del suo nuovo disco, Beware. Ascolta].

Commenti

Anonimo ha detto…
Verissimo, un film sulla povertĆ  (solo materiale, pero') ma soprattutto una magistrale lezione sull'amore e la ricchezza spirituale: a volte, per il bene degli altri e rinunciando al nostro naturale egoismo, dobbiamo dire addio a chi abbiamo di piĆ¹ caro. Se vogliamo amare dobbiamo essere preparati a soffrire.
Per chi non ha occasione di vederlo sul grande schermo, il DVD USA ĆØ in uscita a maggio.
Anonimo ha detto…
annoto
attendo
e ringrazio
Gargoyle ha detto…
giĆ  mi piace!
Bella la trama.
Fabio ha detto…
Marco -

Messaggio cosi' profondo e cosi' difficile da comunicare. E con quale leggerezza Kelly Reichardt si muove in questi scoscesi territori, senza alcuna concessione sentimentale. Una grande regista, un grandissimo film che resta dentro e non va piu' via.

Riguardo ai tuoi commenti, quello di oggi e quello di Martedi', hai saputo usare espressioni di grande profondita', e ti ringrazio per avere condiviso insieme questa esperienza.

Borguez -

E a te grazie per la segnalazione dei Mountains (estremamente appropriata in questo blog :) disco che grazie a te ascolto e riascolto cercando di coglierne i segreti.

Gargoyle -

Ho pensato proprio la stessa cosa quando ho letto a grandi linee la storia, prima di vedere il film. Sapevo gia' prima di vederlo che mi sarebbe piaciuto da pazzi, e nonostante le mie enormi aspettative non mi ha deluso nemmeno un po', anzi.
Anonimo ha detto…
..si ci sono film davvero speciali, difficile vederli quĆ  nella palude... sono le sale che spariscono! speriamo..
Fabio ha detto…
Spariscono le sale cinematografiche indipendenti, le librerie indipendenti, i negozi di dischi indipendenti e no, qui anche i caffe' indipendenti.

Si prepara per le generazioni future un tetro mondo di Medusa, download e Starbucks, che bellezza...
Anonimo ha detto…
Michelle Williams l'ho appena vista in "Mammut", che ti consiglio caldamente, e per me ĆØ stata una rivelazione. L'avevo ovviamente vista in Brokeback Mountain, ma in quella parte non mi aveva fatto lo stesso effetto, forse offuscata dalla vicenda cosƬ "maschile", non so.
Ma ĆØ una grandissima attrice, minimalista.
Il film che descrivi non l'ho purtroppo visto, ma spero di poterlo vedere. Sono sicura che mi piacerĆ .
Fabio ha detto…
E io spero che i tempi della distribuzione inglese di Mammoth non siano biblici come sempre. Lukas Moodysson e' uno di quei direttori sempre capaci di lasciare un segno, sia nella forma di un sorriso che dura giorni (Together) che in quella di un senso di disperazione che ti impedisce di cenare dopo il film (Lylia 4-ever).

Aspetto fiducioso, facendo tesoro del tuo consiglio.
Anonimo ha detto…
Una volta tanto faccio il "Fabio" e scrivo: al ricevimento con Moodysson dopo la proiezione di Mammut all'inaugurazione di Kosmorama ho potuto chiacchierarci per un bel po'. Abbiamo parlato soprattutto del mio preferito, "Fucking ƅmĆ„l", ma soprattutto dei suoi figli. Lui parla volentierissimo dei suoi figli. Ha il dono di saper vedere il mondo anche con gli occhi di un bambino, secondo me.
Fabio ha detto…
Fortunella! Io avrei cercato di capire come ha potuto passare da un cinema uplifting come quello di Together, alle atmosfere gloomy dei film successivi. A un certo punto ha avuto una trasformazione che trovo difficile da spiegarmi. Resta un grandissimo pero', qualsiasi cosa faccia.

Per fare un po' il Fabio anch'io, ti diro' che ieri mattina sono andato, letteralmente, a tirare giu' dal letto Booker T. Jones in un piccolo hotel di Soho, e stasera vado a una private view di memorabilia dei Clash in una piccola galleria di Pimlico, dove ci saranno Mick Jones, Topper Headon e Paul Simonon...

Per oggi, e per un po', basta fare il Fabio pero'...
Anonimo ha detto…
Comunque non so, mi ha detto che il suo film preferito ĆØ "Container" e non sa capire perchĆØ non ĆØ piaciuto a nessuno.
Fabio ha detto…
Anche perche' forse non e' stato bene distribuito. Ti ha detto di che film si tratta? Tempo fa lessi sui giornali inglesi delle sonore stroncature di un suo film, cosi' pesante e violento da risultare inguardabile, ma dalla trama che ho letto in IMDB non mi sembra quello.

Tu Container l'hai visto?
Anonimo ha detto…
No, non l'ho visto, ma vorrei vederlo.