Intuito femminile

E' una giornata bellissima a Londra. Il cielo e' azzurro con qualche nuvola candida casualmente sospesa. Per la prima volta quest'anno ho visto i turisti che posavano per le foto sulle scale della cattedrale di San Paolo finalmente non intirizziti. E il sito della BBC dice che domani il tempo sara' ancora migliore, evviva! I miei occhi si stanno lentamente abituando al sole - ora dovro' fare abituare anche gli occhi della mia Eos, che il sole non l'ha ancora visto essendo nata nell'inverno British.

Questo sara' il mio ultimo fine settimana londinese di Febbraio, poi per due consecutivi saro' a Milano. Quando tornero' qui sara' Marzo e l'inverno, spero, finito. La rubrichetta settimanale del Venerdi' dedicata alla musica lascera' il posto per due settimane a the real thing, Prospettive Musicali (che condurro' Domenica 22 Febbraio e I Marzo, alle 22.35 - su Radio Popolare Milano e Roma).

L'azzurro di questo cielo mi ha fatto pensare alla copertina di un disco uscito nel 1977, e ristampato un paio di anni fa dalla Fall Out. Etichetta della quale so pochissimo: dovrebbe essere tedesca da quello che mi diceva stamattina Marco Reina, e comunque i suoi dischi si trovano dai soliti mail order che se leggete Engadina Calling proabilmente usate gia': Other Music, Dusty Groove, Sounds of the Universe.

Sto facendo riferimento al capolavoro minore Intuition, della cantautrice americana Caroline Peyton. Uscito originariamente autoprodotto per un'etichetta dell'Indiana, la Bar-BQ.

Disco superlativo di questa cantante del Mississippi che ricorda parecchio nello stile Joni Mitchell, Carole King, Carly Simon, Judee Sill, Linda Perhacs - insomma il miglior cantautorato femminile americano degli anni '70.

Caroline Peyton arrivava da studi classici - le sue prime incisioni sono tre dischi di cantate di Bach pubblicati sul finire degli anni '60. Poi qualcosa accade e pochi anni dopo la ritroviamo cantante degli Screaming Gipsy Bandit, voce della art community di Bloomington, Indiana, e formazione folk-rock che in quegli anni aprira' per Captain Beefheart, Mahavishnu Orchestra, Jefferson Airplane, Sly Stone.

I suoi dischi migliori vengono considerati Mock up del 1972 (almeno pare: uscira' finalmente una molto attesa ristampa per la Numero Group il 2 Marzo - naturalmente l'estensore di questo blog ha gia' fatto il pre-order presso l'etichetta) e questo Intuition. Album decisamente eclettico: si apre con una traccia country - rock, prosegue con un blues elettrico, al quale fa seguito un brano soul disco, eccetera.

La traccia che vi propongo apre la seconda facciata e dimostra bene l'eclettismo di Caroline Peyton: inizia come una ballata di Joni Mitchell e evolve come una bossa nova pianistica di Luiz Eca e del Tamba Trio (l'altro nome che mi viene in mente e' quello di Bill Evans). Gilles Peterson, l'unico altro advocate di Caroline Peyton alla radio credo, l'ha trasmessa alcune volte a Radio 1. Si intitola Just as we.

Dopo questo disco Caroline Peyton si dedichera' a progetti un po' estranei ai nostri interessi. La ritroveremo come protagonista di un musical insieme a Andy Gibb (il fratellino sfortunato dei Bee Gees, che mori' a soli trent'anni) e poi come cantante di colonne sonore disneyane negli anni '90 (La bella e la bestia, Aladino, Pocahontas). Il suo ultimo album risale al 1998. Si intitola Celtic Christmas spirit e, beh, che non vi venga in mente di regalarmelo.

Buon ascolto e buon fine settimana, ci risentiamo Lunedi'.

Commenti

Gargoyle ha detto…
ciao,
una curiositĆ  off topic: hai letto Musicophilia di O. Sacks?
Fabio ha detto…
Non ancora: dovrei? I consigli di lettura sono molto graditi qui.
Gargoyle ha detto…
direi di sƬ (vedi commento mio post).
Sul sito che ho linkato trovi qualche info in piĆ¹ se ti interessa.
Fabio ha detto…
Oggi allora quando riesco a uscire di qui passo da Foyles. Grazie.