Il cielo sopra New York

C'e' tutta questa primavera che si sente arrivare qui a Milano, direi forse un mese prima di poter dire la stessa cosa a Londra. Il Sole di questi giorni mi ha dato tanta energia.

E ieri sera e' stato bellissimo arrivare a Forma e trovare la galleria deserta, aggirarci in tutto quello spazio silenzioso, confrontarci con quelle immagini grandi e cosi' forti.

In questo periodo lo spazio centrale e' occupato da una mostra di Peter Lindbergh. Confermo di trovarlo un po' gelido, ma la sequenza di tre foto alla quale i curatori hanno giustamente dato un rilievo particolare (le trovate appese alla parete che divide in due la sala piu' grande della galleria) toglie il fiato. Una delle foto e' quella qui sopra, la seconda rappresenta Grand Central Terminal di New York, con la folla sparsa di passeggeri guardata dall'alto dallo stesso angelo caduto, e nella terza vediamo l'ingrandimento delle gambe dei passeggeri. Il tutto mi ha suggerito riferimenti a "Il cielo sopra Berlino" (su una parete e' stato riportato un commento di Wenders sul lavoro del connazionalke Lindbergh), e anche la contrapposizione tra quotidianita' ed eternita', tra tempo in movimento e tempo sospeso.

Dopo esserci immersi nella gelida bellezza di Lindbergh, gli scatti di Piergiorgio Branzi ci riportano a una dimensione cosi' incredibilmente umana, piena di calore, di famigliarita'. Un po' come mettere sul giradischi "Fifth Dimension" dei Byrds dopo avere ascoltato Roni Size, per dire. Il suo e' un mondo che non c'e' piu', che i lettori della mia generazione hanno solo sfiorato, specie chi, come me, e' cresciuto in un paese di poche anime. E' recuperare ricordi, persone, racconti, tempo visitare la sua mostra. Non lo sapevo, ma delle sue foto avevo davvero bisogno. A sort of homecoming. Ora sono davvero tornato a casa.

Commenti

PiB ha detto…
E' bello tornare a casa....quando diventi cosciente di esserci. Di Brnazi ho una foto molto cara nela mia memoria: quella del mabino con l'orologio che penso sia stata scattata a Comacchio. Camminando con il tempo
PiB ha detto…
Fabio scusami per i typo ma ho lasciato il primo post di fretta (a volte corro con il tempo invece di camminarci)
Anonimo ha detto…
Un flash, come altro definirlo? Per intenderci quasi come la prima volta che ho ascoltato il 45 giri di KILLING an ARAB dei CURE (credo fosse il '78 e in qualche modo sembra cosƬ attuale anche oggi, quasi 30 annin dopo).
Comunque, sono qui che cazzeggio per il WEB cercando informazioni su una cosa, ed ecco che mi si riapre un pezzo di vita di circa 25 anni fa. Mancava solo la citazione della sigla che, se ricordo bene, in quel periodo doveva essere BATMAN di Hefti cantano THE JAM o UFO ROBOT di Albertelli, Tempera, Tavolazzi, canta ACTARUS (nella settimana sanremese non riesco ad esprimermi in altro modo.
Insomma, Marquee, RBM, viaggi a Parigi (a proposito, o avevi bevuto tu oppure avevo bevuto tantissimo io, per cui la lingua mi si era sciolta in maniera incredibile ed imprevedibile: CULTURA ARTISTICA VASTISSIMA???? mai saputo d'averla!!! Credo di aver bisogno di un paio d'ascolti di Girls Aloud o Kylie per riprendermi! Ho cercato una tua mail per riuscire a farti avere la mia, cosƬ magari si riallacciano i contatti e riesco a fare la seconda conversione dopo quella di 25 anni fa. Fammi sapere come fartela avere (lasciarla "a vista" mi sembra sconveniente). ora scusa ma mi aspetta una seduta d'ascolto di DANIEL di Johm, Taupin canta ELTON JOHN. (a cui seguirĆ  una versione in dialetto cuunese, il piĆ¹ cool del 2006.

Roberto A.
Anonimo ha detto…
Bel post. E il b/n cinematico di Lindberg ĆØ assolutamente incredibile sƬ.
(perfavore perĆ² sistema la grandezza dell'immagine che i pixel cosƬ a vista la imbruttiscono di parecchio)
Fabio ha detto…
Pib -

Infatti anche quella bella foto e' presente nella mostra. I lettori che non la conoscono la possono trovare qui: http://www.photographers.it/articoli/foto1/bibbiena/grandiautori/branzi.jpg. Molto vero quello che dici, non si torna a casa davvero fino a quando non succede qualcosa che ti fa sentire a casa. Di solito non accade immediatamente.

Roberto -

Non credo di essermi ancora ripreso dal fatto di trovare tue notizie qui. Ma e' tutto vero? Tu che hai contatti in televisione (giusto?) devi assolutamente convocare la troupe di Raffaella Carra' quando ci incontreremo, caro maestro, perche' mi scappera' qualche lacrimuccia. La tua sigla che ricordo era un medley di brani dei Killing Joke (fatta, mi raccontasti, col mangiacassette, altro che campionatori moderni) e pensa che dovrei ancora avere un po' di cassette del tuo programma. Confermo che per me sei stato l'ispirazione numero uno quando iniziai a trasmettere, anno di grazia 1984, e Marquee resta per me un modello di riferimento assoluto, la radio che ho sempre desiderato fare ed ascoltare. Joy Division, X-Ray Spex, Spizzenergi, che anni strepitosi per la musica erano quelli (altra lacrimuccia). Daniel di Elton John un assoluto must nella versione di Bonnie Prince Billy con i Tortoise uscita quest'anno, ti consiglio un ascolto io questa volta (anzi: mi permetto rispettosamente di consigliarti). Mandami il tuo indirizzo (e un po' di tue notizie: dove vivi? Che fai? Di cosa nutri la tua cultura artistica vastissima, che ribadisco, mi diede cosi' tanta ispirazione 25 anni fa?) a fabiobarbieri@radiopopolare.it. Troppo contento per averti ritrovato!

Kit -

Grazie per il tuo commento (e per avermi portato alla mostra soprattutto). Adesso provo a sistemare la grandezza, vediamo se riesco.
Anonimo ha detto…
Prego figurati :-)
[basta che togli la grandezza prestabilita da blogger]
Fabio ha detto…
Pensi davvero che io riesca a togliere la grandezza prestabilita da blogger? Ho provato, ma tutto quello che ha fatto e' stato cancellare la foto, quindi l'ho ri-inserita cosi' com'era. Magari mi fai vedere come si fa la prima volta che hai un minuto di tempo.
PiB ha detto…
fabio mi sono perso..ma ora casa ĆØ Londra o Milano?
Fabio ha detto…
Vorrei poter dire che la casa ĆØ ogni luogo dove appoggio il mio cappello, eppure non ĆØ proprio cosƬ. Lo scopro ogni volta che percorro con la mia bici le campagne dove sono nato o che cammino in collina col cane. Tutte cose che a Londra mancano tanto. E per te? Qual ĆØ la tua casa?
Unknown ha detto…
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Fabio ha detto…
Pib -

trovo quel passo di Gibran molto saggio, ma come molta della sua saggezza cosi' difficile da realizzare. Io riesco a mettermi in cammino solo se sento radici profonde alle quali tornare. A te non capita? MI rendo conto di non sapere molto di te: cosa ti ha portato negli Stati Uniti, ogni quanto tempo ti capita di tornare in Italia e che cosa provi al ritorno (piacere? Fastidio? Nulla?).

Myriam -

Branzi e' essenzialmente verista pero'. Direi che la forza di una visita a Forma in questi giorni sta proprio nella contrapposizione tra realismo e sogno.
PiB ha detto…
qui negli States ci sono per lavoro...sono tre anni che non torno in Italia..penso che questo ti dica molto di me e del rapporto IO-CASA.
Il passo di Gibran , come molti altri, ĆØ una mappa non una direzione
Fabio ha detto…
Mi dice anche che probabilmente stai bene dove sei, hai trovato un luogo che ami, una nuova casa. Sara' interessante immagino conoscere le tue sensazioni al ritorno, capire se scoprirai legami che pensavi di non avere (come succede a me).
PiB ha detto…
Di fatto l'ultima volta che sono tornato ho scoperto proprio quello..la presenza di legami che pensavo di non avere legati a persone e luoghi.
Ti sei mai soffermato sulla distinzione ch la lingua inglese fa tra house e home?
Fabio ha detto…
So che quello che sto per dire non e' molto lieto, pero' al mio ultimo ritorno ho sentito molto il trascorrere del tempo. Nel condominio dove vivono i miei genitori sono venute a mancare tre persone di quelle che tutte le volte che tornavano mi facevano molta festa e molte domande: un signore che prendeva sempre in giro in modo burbero la mia barba "da comunista", un altro vicino che mi salutava sempre troppo rispettosamente ("Oh buongiorno dottore, e' tornato a trovare i suoi genitori?"), nonostante gli dicessi sempre di chiamarmi Fabio e darmi del tu, e un'anziana maestra che da bambino mi regalava sempre 100 mila lire prima che andassi in vacanza (che spendevo in dischi, assordandola al mio ritorno, ovvio). Tutto questo silenzio mi ha fatto tanto pensare. Legami che non credevamo di avere, Pib, e che a volte si spezzano. Avrei volouto salutarli, augurare loro buona fortuna. Lo faccio adesso con questo commento: mi mancate, anche se non ho saputo dirvelo.
Unknown ha detto…
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Fabio ha detto…
Branzi percorreva sulla sua motocicletta l'Italia del dopoguerra, si fermava nei paesi di Abruzzo e Molise, fotografava persone comuni, vie e case con una poesia struggente. Personalmente mi sono commosso (Kit che era con me e che ha avuto il piacere di sorbirsi i miei commenti del tipo "pagherei qualsiasi cosa per aver vissuto in questa casa" -riferendomi a case diroccate in villaggi della Lucania senza energia elettrica ne' bagni - puo' confermare).
PiB ha detto…
fabio quello che hai scritto ĆØ molto bello. grazie per averlo condiviso
Unknown ha detto…
parlando di fotografi ..io avrei voluto avere la vita di Robert Capa..che uomo!
Unknown ha detto…
HO visto meglio i lavori di Branzi ed effettivamente e' un uomo di grande talento..
Anonimo ha detto…
Si, probabilmente lo e
Anonimo ha detto…
necessita di verificare:)