Come fa uno a trovarsi davanti Brian Eno e a non intervistarlo, ditemelo voi

A Milano quando sei un po' depresso dove vai? A Londra c'e' la Tate Modern. Che e' a 10 minuti a piedi da dove lavoro e a 20 da dove vivo, li' bell'e pronta per ogni emergenza. E arrivarci e' bellissimo, attraversando il fiume sul ponte sospeso, con l'ombra di San Paolo alle tue spalle. Entri, ti riempi gli occhi di tutta quella bellezza e stai subito meglio. Cosi' ho fatto ieri sera perche' per ogni Friday o Saturday night blues la Tate e' pronta ad accoglierti fino a tardi. E la sera e' anche ragionevolmente vuota. Passi che rimbombano sul legno nel silenzio, possibilita' di avvicinarsi, poi allontanarsi e avvicinarsi ancora alle opere, fermarcisi davanti fino a quando l'immagine si e' impressa proprio bene nella retina e la puoi portare con te.

Bella la mostra dedicata a Martin Kippenberger. La Tate mi ha fatto amare in questi anni l'arte tedesca, da Eva Hesse a Joseph Beuys, del quale Kippenberger e' il legittimo erede. Grandi tele, installazioni, il processo creativo al centro dell'espressione artistica, il prodotto finito solo un output del quale ci si puo' liberare.

"I'm in favour of good mood worlds. Because I'm on the good-mood side, although that's not to say that tragic things aren't constantly happeningto me" ha detto.

E proprio davanti alla mostra di Kippenberger si apre la monumentale retrospettiva su due maestri della scuola Bauhaus, Josef Albers e Laszlo Moholy-Nagy. 12 sale piene di fotografie, lavori grafici, light shows. Mi sono piaciuti davvero tanto i loro scatti, che non conoscevo. Alcuni mi hanno ricordato il genio di Man Ray.

"Through technique man can be freed, if he finally realizes the purpose: a balanced life through fine use of his liberated creative energies" ha detto Moholy-Nagy.


E stamattina giretto a Chelsea, alla Michael Hoppen Gallery, mica posso perdere una mostra di questa splendida galleria piena di foto meravigliose. Primo e secondo piano sono occupati da scatti di Andre' Villers, realizzati nello studio di Picasso. Splendido un ritratto della modella Sylvette, che purtroppo non ho trovato in rete. Qui sopra vedete la sua interpretazione che ne diede il maestro spagnolo.

E al piano terreno trovate tante belle foto di Lynn Davis e Tiina Itkonen. Una di grandi dimensioni, in particolare, come mi faceva notare la ragazza che lavora li' (e che stamattina quando sono entrato stava ascoltando Sufjan Stevens, ci pensate?), rappresenta un mare cosi' bello che in quella foto viene voglia di immergersi.


E infine parliamo di lui, Brian Eno, che ho sentito parlare dal palco della manifestazione pacifista di oggi pomeriggio. Facendo buon uso della mia tessera di giornalista sono riuscito a salire sullo stesso palco e a intervistarlo in diretta a Radio Popolare, poco prima del mio collegamento dalla manifestazione. Che simpatico il nostro Brian! Ha accettato di buon grado l'intervista, consigliato soprattutto da una delle organizzatrici della marcia che conosceva la nostra radio e che gli ha detto "da che parte stiamo". E poi dopo l'intervista non finiva piu' di ringraziarmi quando gli ho detto che a Prospettive Musicali lo ascoltiamo spesso. Che sorriso aperto, che bella persona.

Commenti

Anonimo ha detto…
google mi ha portato qua per caso e devo dire che ne sono lieto, questo blog ha molti spunti interessanti. Certo un po' di invidia per aver incontrato Brian Eno la devo ammettere ma non ĆØ un motivo sufficiente per non tornare ;) per ora mi inserisco il blog nella cartella preferiti
A presto
Anonimo ha detto…
La Tate modern come antidoto al mondo moderno.
Gran bel culo, lasciatelo dire.
;))
Fabio ha detto…
Ciao, grazie per la vostra visita, ho appena linkato entrambi. La Tate Modern non e' un antidoto al mondo moderno secondo me, quanto un modo per conoscerlo da una prospettiva diversa.
Unknown ha detto…
Oh si Brian Eno e' una bellissima persona. Ammirabile come musicista, incredibile produttore, ed intelligente politico..Un giorno lo vidi vicino al mercato di Spitfield ed ero talmente imbambolata che non sono riuscita a dire una parola..Brian Enon e' una di quelle persone che fa parte del mio piccolo collettivo ideale di "santi" :)
La Tate il Venerdi sera e' stupenda..riconosco tutte le sensazioni ed in piu' c'e' quell'odore caratteristico che senti quando entri alla Tate che ti fa sentire un po' a casa.
Fabio ha detto…
Nel mio caso non ho provato imbarazzo, ma forse perche' ero in "veste ufficiale", aevo una ragione per parlargli. Comunque ti mette abbastanza a tuo agio. E' stato piu' complicato spiegare a quelli in studio che dovevano passarmi subito in diretta.